Il lavoro dello psicologo è ammantato di luoghi comuni e pregiudizi nascenti dalla mancata conoscenza della materia e delle sue basi.
Cercherò di fare un po’ di chiarezza, procedendo per punti.
Differenza tra figure professionali: psicologo, psicoterapeuta, psichiatra, counseler
Lo psicologo è laureato in psicologia ed iscritto all’albo professionale della sua categoria. Esercita funzioni di consulenza, testistica, sostegno e accompagnamento.
Lo psicoterapeuta è uno psicologo specializzato, ovvero ha frequentato e concluso una scuola di specializzazione riconosciuta ed è iscritto al relativo albo. In virtù di tale percorso è abilitato alla cura del disagio psichico, attraverso un approfondimento del sintomo e della vita del paziente al fine di giungere a un migliore adattamento o ad una risoluzione del malessere.
Lo psicoanalista rappresenta un titolo ancora diverso, rilasciato da alcune scuole di psicoterapia in virtù dell’approfondimento nelle sfere personale e professionale.
Lo psichiatra è un medico specializzato, il suo metodo di cura consiste nella prescrizione di farmaci. Spesso l’uso di questi viene demonizzato, mentre chiunque può averne esigenza, in corrispondenza di periodi particolari – lutti, depressioni esogene, insonnia, perdita del lavoro- di ricorrere all’uso di farmaci, che se assunti correttamente e con la consulenza del professionista non creano dipendenza e si rivelano di grande aiuto. L’ideale è sempre associare alla farmacologia la psicoterapia, soprattutto nei disagi profondi della psiche, ad esempio ansie e attacchi di panico, poiché in questi casi la medicina offre un sollievo temporaneo dovuto alla sospensione di sintomi che si ripresentano alla cessazione dell’assunzione.
Superare la stigmatizzazione
Molte persone rinunciano ad effettuare una consultazione per il timore di essere giudicate, dagli altri e dal professionista stesso, pazze, malate mentali, incapaci di risolvere i loro problemi solo con l’uso della volontà…nulla di più falso!
Intraprendere un percorso clinico e analitico rappresenta una delle più elevate ed affascinanti possibilità di confrontarsi con sé stessi per conoscersi, un atto di coraggio lodevole, che ripaga con una maggiore consapevolezza di sé, libertà e leggerezza poiché ci mette a contatto con parti di noi che non conosciamo, ricche di potenzialità e risorse a noi ignote.
Costa troppo, meglio una chiaccherata con un amico
Il costo di ogni servizio è proporzionale al livello di competenze messe in campo. Lo psicoterapeuta è un professionista altamente specializzato, che ha studiato molti anni e lavorato su sé stesso, pertanto la parcella è proporzionale ad un servizio tecnico di elevato livello che offre e garantisce.
Per questi motivi e per quanto descritto nel paragrafo sulla psicoterapia i colloqui psicologici non sono in alcun modo equiparabili ad una chiaccherata con un amico.
Perché intraprendere una psicoterapia
Innanzitutto rivolgersi ad un professionista della salute psicologica non significa avere problemi psichiatrici o essere matti o diversi. Anzi, è una forma di cura e di attenzione di se stessi, la stessa che ci si dedica quando si affronta un problema di natura medica.
Ci sono persone motivate dal solo bisogno di leggere la propria storia con uno sguardo diverso, rimettere ordine in alcuni settori della propria esistenza, aumentare la consapevolezza di sé.
Poi ci sono contesti più complessi e multidimensionali, di seguito i più comuni:
- sintomi – ansia, panico, fobie, ossessioni, paure – divenute invalidanti e incompatibili con la vita quotidiana, al punto di comprometterne le attività e le relazioni;
- sbalzi repentini e apparentemente immotivati di umore (dalla depressione alla rabbia, dall’euforia all’inedia) e alterazioni del comportamento – scatti di ira, impulsività, tendenza all’isolamento.
- dinamiche familiari e relazionali difficili e invischianti, che generano dipendenza e malessere
- difficoltà lavorative, scolastiche, sportive e nelle prestazioni in generale ecc
- lutti, separazioni, eventi traumatici
- momenti di crisi personali e difficoltà contingenti
- si percepiscono stati emozionali senza motivo: tristezza, che fa chiudere in se stessi
- quando ci si sente perennemente inadeguti, ci si giudica in continuazione e si vive nel perenne confronto con gli altri
- per superare blocchi della personalità e situazioni di stallo
- per aumentare la propria autostima
- conoscere meglio se stessi, le proprie possibilità e limiti
- per affrontare importanti cambiamenti
Quando andare da uno psicologo o iniziare una psicoterapia?
E’ impossibile definire un tempo o momento “giusto” per intraprendere un percorso o chiedere aiuto. Ciascuno può riconoscere dentro di sé la necessità di confrontarsi con un professionista, quando la sofferenza non è più gestibile, invade i pensieri, impedisce di portare avanti la propria vita.
E’ importante superare la paura e i pregiudizi in merito e sviluppare un atteggiamento di fiducia, lo psicoterapeuta è un professionista che saprà indirizzare verso il percorso più idoneo.
Non si tratta di un processo che durerà a vita o costrittivo, la persona potrà affrontare nei colloqui dubbi e resistenze e avrà sempre la possibilità di scegliere se e come proseguire.
Andare in psicoterapia serve davvero?
Moltissimi studi hanno dimostrato l’efficacia della psicoterapia, indagando non solo i vissuti dei pazienti ma attraverso indagini che hanno messo in luce la creazione di nuove connessioni neuronali.
La terapia psicologica crea modificazioni permanenti nel cervello che si riflettono in nuovi schemi cognitivi e stili emozionli che concorrono all’aumentata consapevolezza e benessere.
Tutto ciò attraverso le potenzialità insite nella relazione e nella struttura della psicoterapia, come ho descritto nella sezione appostita
La psicoterapia dura troppo tempo, voglio stare bene subito!
La durata di un percorso è variabile e dipende da molteplici fattori, tra cui la sintomatologia, la natura del problema, le risorse psichiche ed intellettive personali, il desiderio di risoluzione del disagio.
La società oggi è impostata su ritmi schiacciati e schiaccianti, fogocitanti, che richiedono all’essere umano la funzionalità e la prestanza delle macchine…non c’è più spazio per ciò che devia i nostri percorsi da questa efficienza prestazionale. Invece un sintomo è un prezioso messaggio per la persona, un attacco di panico o crisi ansiose che irrompono improvvisamente nelle nostre vite rallentandole e ostacolandone il quotidiano svolgimento, ci stanno in realtà offrendo la possibilità di fermarci e riconoscere qualche forma di malessere, insoddisfazione e sofferenza che alberga nel profondo di noi ma che non possiamo permetterci di riconoscere.